La commemorazione

La cerimonia commemorativa di Soverato, 8-9 settembre 2007

L'incontro con il Millo

Dopo la proiezione del documentario subacqueo, all’Eudi Show, salone della subacquea e della nautica, Paolo Palladino e i membri del Diving Team hanno promosso l’idea di organizzare una cerimonia commemorativa a Soverato (CZ), a cui noi abbiamo contribuito, insieme a Padre Filippo Cucinotta.

Ottorino Franchi e Cosimo De Russis, che sarebbero stati gli ospiti d’onore, non sono riusciti a essere presenti all’evento, vista l’età avanzata che non ha loro consentito di affrontare un viaggio così lungo.

In rappresentanza di tutti gli uomini del sommergibile Millo erano presenti, oltre alla nostra famiglia, la famiglia del fratello di padre Cucinotta e la figlia di Cosimo De Russis, Doriana.

Anche i fratelli del Guardiamarina Andrea Paci di Porto San Giorgio (AP) sarebbero venuti ma, per motivi personali, hanno dovuto rinunciare.

Le due giornate di Soverato possono essere così riassunte: la mattina dell’8 settembre si è svolta una conferenza stampa presso la Sala Consiliare del comune di Soverato, presieduta dal Presidente del Consiglio Comunale, Tiani; hanno partecipato Paolo Palladino, Francesco Storani, il Comandante della Capitaneria di Porto di Soverato, lo storico Ulderico Nisticò, Padre Filippo Cucinotta.

Palladino si è soffermato sull’episodio del ritrovamento del relitto, fornendo dettagli tecnici sull’immersione, trasmettendo, tuttavia, la forte emozione provata da tutto il team al momento della scoperta della sagoma del Millo, a 70 metri di profondità.

Secondo lo storico Nisticò, l’affondamento di buona parte della flotta sommergibilistica italiana è da attribuire alla conoscenza dei cifrati della Marina da parte degli inglesi, i quali potevano operare all’interno delle nostre rotte di sicurezza, come nel caso della perdita del Regio Smg Ammiraglio Millo.

Ho portato la mia testimonianza, insieme a quella di Padre Filippo, volendo sottolineare l’alto valore del relitto come sacrario, dove lasciare riposare i nostri cari e che non deve essere, in alcun modo, violato. Abbiamo espresso la volontà comune che tutti i familiari dei marinai coinvolti nel naufragio del sommergibile si incontrino per ricordare, insieme ai superstiti, i tragici fatti di quella pagina di storia.

È così nata un’altra idea: incontrarci tutti il 14 Marzo 2008 a La Spezia, presso il monumento ai sommergibilisti caduti per la Patria, con l’auspicio che possa essere presente anche una rappresentanza della Marina Militare Italiana.

Nel pomeriggio è stata celebrata una messa a suffragio dei marinai caduti, presso la sede del Thalassoma Diving Team, allo stabilimento S. Domenico, officiata dal parroco di Soverato, don Tobia Carotenuto, da padre Filippo Cucinotta e da suo fratello, padre Antonio, di rito cattolico bizantino.

Durante la messa è stata benedetta una targa commemorativa che i sub del Thalassoma Diving Team depositeranno il giorno seguente sul relitto del Millo.

I sacerdoti hanno benedetto anche una corona di fiori da lanciare in mare, in memoria di tutti i marinai scomparsi, e la fede che avevo chiesto a Paolo Palladino di fare scendere all’interno del portello ancora aperto del relitto, come simbolo di riunificazione.

Mia madre, come tutte le spose d’Italia, aveva donato la sua fede nuziale alla Patria, ricevendone in cambio una di ferro. Con il mio primo stipendio, le regalai una fede d’oro in ricordo di quella che le donò mio padre il giorno delle nozze, lo stesso anello che ora giace per sempre all’interno del sommergibile.

Dall’omelia di Padre Filippo Cucinotta:

(…) l’anello unisce e unisce il cielo e la terra, in questo caso la terra e il mare. La fede scenderà con la targa sullo scafo del sommergibile come esempio di comunione che appreziamo per l’elevato contenuto di sentimento (…)

Subito dopo la consegna dell’anello, a Paolo Palladino abbiamo chiesto:

Quando siete sul relitto, non avvertite mai qualcosa che va oltre i sensi … come delle presenze?

No, questo non oserei dirlo. Però, certamente, ogni immersione che faccio sul Millo è sempre un’immersione che ha del magico. Per me il relitto è un modo per andare in acqua, è un discorso subacqueo particolare, un modo di vivere, un fatto culturale. Per me il sommergibile Millo è importante per quello che rappresenta, per quello che è stato per la nostra Patria, per i caduti. E, soprattutto, per quello che rappresenta per il mio immaginario, perchè fin da ragazzo porto il ricordo di questo sommergibile scomparso che, finalmente, dopo tanti anni, sono riuscito a ritrovare, a esplorare e documentare.

Padre Filippo si concentra invece sull’aspetto più propriamente umano della vicenda:

Io sono ammirato dalla passione che anima Paolo Palladino e i suoi compagni per queste immersioni, anche se il mio interesse è totalmente diverso. Perché a loro interessa la cosa in sé, cioé lo scafo, il relitto, mentre a me interessano le persone che esso custodisce e il ricordo di quegli uomini che lì dentro hanno terminato la loro esistenza.

Quindi un pensiero va anche agli ultimi momenti, a come hanno affrontato il momento della morte, avvenuta in modo così violento e ad un’età così impensabile.

Giovani di vent’anni che hanno visto troncata così bruscamente la loro esperienza di vita. Per me non esiste, quindi, il relitto, ma esiste un sepolcro acqueo custodito dal mare, come forse è giusto che sia e che rimanga, e che ci dice molto di più di quanto la storia molte volte ci racconta.

Per concludere la prima giornata, la sera si è tenuta la proiezione del film-documentario sul ritrovamento del sommergibile, L’ultima missione dell’Ammiraglio Millo, molto apprezzato da tutti i presenti.

Il giorno 9 settembre la commemorazione si è spostata in mare. A bordo dei mezzi del Thalassoma Diving Team ci siamo recati sul “punto nave”, di fronte a Punta Stilo, esattamente sulla verticale del relitto.

Le condizioni del mare erano esattamente le stesse del giorno dell’affondamento, come raccontano i testimoni: mare leggermente mosso, con vento di scirocco e corrente che portava al largo, cielo sereno con nuvole sulle montagne della costa, visibilità ottima.

L’emozione è stata intensa quando, dopo lunghe manovre, l’ancora del nostro battello è stata agganciata alla torretta del sommergibile Millo. La mia famiglia era presente e, tutti insieme, abbiamo stretto le mani attorno alla cima d’ancora, sentendoci fisicamente uniti al sommergibile; il pensiero è sceso lì sotto, da loro, dagli uomini che riposano dentro lo scafo, con i quali ci siamo stretti in un lungo abbraccio. Avevo, finalmente, trovato il luogo dove è sepolto mio padre!

Intanto i ragazzi del team si preparavano per l’immersione. Tutto era pronto.

La targa in metallo con la scritta: Alla memoria dei caduti del Regio Sommergibile Ammiraglio Millo. 14 marzo 1942. Thalassoma Diving Center. 8 settembre 2007 era nelle mie mani. L’ho consegnata a Paolo Palladino: porta questa targa sul sommergibile, in ricordo dei marinai del Millo. Ho lanciata la corona di fiori in mare: per tutti i caduti del mare. Abbiamo seguito la corona, con grande emozione, mentre la corrente la trascinava lentamente al largo.

La squadra di sommozzatori, composta da sette uomini e una donna, iniziava la discesa fino a settanta metri di profondità.

Noi, dal battello, seguivamo le operazioni. La costa appariva molto vicina, era facile individuare il faro di Punta Stilo, la linea ferroviaria, il bunker di

Monasterace, il ponte della fiumara Vincerello e, sullo sfondo, le aspre montagne della Calabria.

Tutto come il 14 Marzo del 1942. Più o meno alla stessa ora. Contemporaneamente, padre Cucinotta e la sua famiglia ci guardavano dal faro di Punta Stilo.

Pronto, Ottorino? Sono Francesco, ti chiamo da Punta Stilo, sono sopra il relitto del Millo e sto guardando le stesse montagne che hai ammirato quel giorno. Manca solo la neve!. La commozione era grande, anche all’altro capo del filo. Ciao Cosimo, ti mando un saluto dalla Calabria. Il relitto del Millo è proprio sotto di noi, in fondo al mare!

Un’altra telefonata:

Pronto, parlo con Giovanni Paci? Sono Storani, chiamo da Punta Stilo. Mi trovo sopra il relitto del Millo. Come le avevo promesso, recitiamo insieme il requiem eterno in ricordo di suo fratello Andrea, di mio padre Nazzareno e di tutti i marinai del Millo.

Emozioni su emozioni.

Emozioni per tutti.

Chissà quanti ricordi affioravano, in quei momenti, nei diversi angoli d’Italia, raggiunti dal telefono!

E, mentre noi eravamo in balia del rollio, laggiù i nostri amici proseguivano nelle operazioni attorno al relitto. La permanenza massima, a quella profondità, non doveva superare i quindici minuti. Paolo Palladino stava fissando la targa al relitto per mezzo di una catena, chiudendo il lucchetto con una chiave, proprio come si chiude la porta di una tomba che non dovrà mai essere violata.

La fede nuziale di mia madre. Con un bacio indimenticabile, nell’atmosfera surreale dell’abisso, Paolo lasciava scendere l’anello dentro il buio del portello, rimasto aperto da oltre sessantacinque anni. La cerimonia è stato filmata e immortalata dall’operatore subacqueo Piero Greco.

Una volta risaliti a bordo, ci siamo complimentati con i subacquei. Paolo Palladino mi ha consegnato la chiave che ha simbolicamente sigillato il sacrario, la stessa chiave che, da quel giorno, porto con onore sempre con me al posto della fede di mia madre.

La cerimonia si è conclusa al lido S. Domenico, al termine di due giorni di grandi emozioni; ci siamo salutati con un abbraccio fraterno e la promessa di raccontare la tragica storia del sommergibile Millo e del suo ritrovamento.

Qui, di fronte a questo mare, siamo venuti a ricordare i marinai per sempre custoditi in quella bara d’acciaio sulla quale essi avevano navigato e combattuto per la Patria.